mercoledì 3 luglio 2013

Con Rampi al bar a prender una boccata d'aria.

Mentre ieri Matteo Renzi si sfogava con i capicorrente del Pd sostenendo che molti di loro stessero facendo "il tiro al piccione contro di lui", ecco cosa pubblicava su Facebook il nostro Roberto Rampi praticamente allineato, in questo caso al D'Alema pensiero.

On. Roberto Rampi - Pd

"Se si vuol far qualcosa di utile e sensato si sceglie il candidato premier con Primarie (primarie appunto, che prevedono secondarie) quando è indetto il voto e quando si conosce la Coalizione mentre al Congresso si elegge il segretario, le primarie non c'entran nulla e lo votano tutti coloro che aderiscono al partito ..
Del resto se vogliamo il sindaco d'Italia si faccia come per il sindaco, che è espressione delle primarie di coalizione e non è segretario cittadino del partito ... o no?

A Matteo Renzi non conviene proprio che il segretario del Pd e il candidato premier siano la stessa persona. Come candidato premier (dunque come capo di una coalizione che cerca di vincere le elezioni) molta gente, me compreso, lo voterebbe anche domattina, non solo dentro il tradizionale bacino del centrosinistra; come segretario del Pd (leader, di fatto, della sinistra italiana) molti non lo voterebbero mai, e non lo vogliono proprio. Non capisco niente di procedure e di statuti, ma se fossi nel Pd cercherei di cambiare in fretta e furia la regola (sbagliata) che fa coincidere due ruoli così diversi e in un certo senso contrapposti, il capo di una coalizione e il leader di un partito; poi chiederei a Renzi di non candidarsi alla segreteria del Pd e di limitarsi ad appoggiare uno dei candidati in corsa (c'è solo l'imbarazzo della scelta, manca solo un trotzkista ma forse basta aspettare). In cambio, il Pd gli spiana la strada della premiership, garantendogli primarie aperte anzi apertissime, dove può andare a votare anche chi non è di stretta appartenenza alla sinistra. Forse la faccio troppo facile, come se fossimo al bar.  Ma di andare ogni tanto al bar, prendere una boccata d'aria, semplificarsi la vita, avrebbero molto bisogno anche i dirigenti del Pd".

Forse ho compreso male ma il suggerimento dell'Onorevole Roberto Rampi è molto semplice: partito chiuso e successive primarie di coalizione aperte alla partecipazione di tutti i cittadini. Indolore ed elementare.

Anche Rampi sembra non capire che un partito chiuso oggi non ha futuro, e non può ambire a rappresentare che se stesso, perpetuando così i colossali errori che ci hanno portato all'attuale imbarazzante situazione...A quanto pare per molti di noi non è ancora chiaro che un Pd che esclude, che ha paura e pone limiti alla partecipazione, è un partito che non può funzionare nella società aperta del terzo millennio.

Un partito "vecchio" che parla solo a se stesso, è un partito senza futuro, è un partito che ha perso il contatto con la realtà. E il mio Partito ha iniziato ad avvitarsi su se stesso e a non trovarsi più quando ha scelto di allontanare i cittadini dai seggi delle primarie. Il Segretario Bersani vinse sì le primarie, ma nello stesso momento si avviò miseramente a perdere le secondarie.

Ma lo sapete che in quell'occasione siamo stati capaci di chiedere a Margherita Hack la giustificazione per poter votare? Così stiamo rischiando di decretare la chiusura prima del nostro partito poi, cosa ancora più grave, di un possibile e realizzabile positivo futuro dell'Italia.

Allora, come dice Roberto "semplifichiamoci la vita" ma  aprendo, anzi spalancando le porte, non solo per far entrare aria o poter andare al bar ma per far entrare tutti cittadini interessati senza particolari preclusioni o paure.

Solo così cambieremo noi stessi e sapremo incarnare e rappresentare quel cambiamento di cui l'Italia ha tanto urgente bisogno.

Come dice Renzi :"Nessun giorno è sbagliato per provare a cambiare".

Ieri per l'amico  On. Roberto Rampi era un giorno sbagliato!


Maurizio Sarchielli
post correlato: Tutti contro Renzi...quasi

4 commenti:

  1. "Noi abbiamo invece voluto convocare
    questo convegno prima ancora di giungere, come partito, ad un progetto compiuto nelle sue varie parti, e ciò per
    la semplice ragione che tale progetto deve essere il risultato di una ricerca e di un lavoro comune che vanno al
    di là di quelli che sta compiendo e compirà il gruppo dirigente del nostro partito. Infatti, anche solo per non
    ricadere nella negativa esperienza del centro-sinistra, noi dovevamo e dobbiamo guardarci dall'errore di ogni
    progettazione fatta unicamente a tavolino." (...) "noi vogliamo compiere una verifica di massa delle
    proposte da fare, vogliamo stimolare l'apporto di tutti coloro che intendono impegnarsi attivamente a cambiare
    questa società; vogliamo, insomma, fare una cosa che non si è mai fatta in Italia, sia per la sostanza che per il
    metodo: arrivare, cioè, a un progetto di trasformazione discusso fra la gente, con la gente."
    Enrico Berlinguer 1977
    Chissà se D'Alema ricorda. Chissà che il PD stesso non possa essere questo progetto partecipato. Io tendenzialmente riunirei ledue figure.
    Francesco

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  2. Ciao Maurizio.
    Per me ieri era un'ottima giornata, e lo era anche per provare a cambiare. Infatti con il mio suggerimento vorrei provare a cambiare strada rispetto a quanto abbiamo fatto fino ad oggi con Veltroni prima e con Bersani poi. Tutti ipocritamente o modaiolamente dietro qualcuno, la star del momento, che poi subito dopo si trova schiacciato di conflitti nascosti sotto il tappeto.
    Vecchio e chiuso, perdonati, non sono grandi categorie di ragionamento ma etichette facili usate ed abusate.
    Se poi condivido qualcosa con D'Alema, ammesso sia così, può capitare. Sono un libero pensatore. Libero si, ma pensatore. È penso che si possa fare un Partito moderno, aperto, nuovo senza per questo che il segretario coincida con il candidato premier e pensando che chi vuol votare il segretario aderisca, apertamente e liberamente, al partito. Quindi nessuna esclusione, chiusura o limite. Solo capire bene chi si sceglie e per cosa. Imparando, magari, dagli errori del passato.
    Grazie per l'attenzione.
    Roberto Rampi

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    1. Ciao Roberto,

      spero tu abbia colto lo stile da "blogger" del pezzo, utile esclusivamente a provocare la riflessione ai pochi lettori di questo blog e che non ti sia sentito particolarmente attaccato.

      Rispetto la tua posizione ma, non comprendere che l'idea di un nuovo partito, la speranza che dovremmo insieme rappresentare e costruire, il cambiamento necessario che certamente condividiamo, non necessiti di una persona che lo sappia rappresentare e in cui tutti si possano riconoscere, purtroppo, in questo momento, per poter arrivare anche a chi la politica la segue poco, a mio parere, è un' idea perdente.

      Guarda che in qualche modo me lo hai ben spiegato tu quando hai partecipato all'Assemblea di Sulbiate e hai ben stigmatizzato alcuni errori di comunicazione del nostro partito: alcuni commessi senza neppure rendersene conto (tipo: Foto di Bersani che abbraccia Alfano).

      Viviamo qui e ora. E'bene tenere i piedi per terra e non dimenticarsi della realtà

      Il "sogno" e la "speranza" hanno bisogno di qualcuno in cui ci tutti si possano riconoscere.

      Altrimenti stiamo parlando di qualcosa che possono comprendere ii soliti noti e i pochi militanti.

      E con i soliti noti e i pochi militanti sappiamo già dove possiamo arrivare e quale partito stiamo costruendo.

      Come vedi anch'io condivido la necessità di non ripetere gli errori del passato.

      Quindi chiariamoci le idee (i nostri comuni progetti e gli obiettivi da realizzare, ma grandi e comprensibili), e facciamolo in fretta e facciamolo insieme e scegliamo chi meglio nel nostro partito li sappia raccontare anche a chi con noi non è mai stato.

      ps.
      la prossima volta che t'incontro andiamo al bar veramente e ti offro una birra come di deve... il tuo post è stato molto visualizzato.

      Grazie di essere intervenuto.

      ciao
      Maurizio Sarchielli

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  3. Premetto che mi trovo d'accordo con l'on. Rampi sulla necessità di mantenere separate le due figure, quella del segretario di partito e quella del candidato premier. Le due figure hanno ruoli istituzionali completamente diversi ed è pertanto giusto che abbiano anche una base elettorale diversa, perché il candidato premier dovrà rappresentare tutti i cittadini italiani, mentre il segretario sarà rappresentativo solo di coloro che si riconoscono nei valori del PD. Ma ci tengo a precisare che l'articolo riportato su facebook era ripreso dall'Amaca di Michele Serra, infatti il pezzo iniziale del post era: "L'Amaca di Michele Serra riassume con consueto stile e sintesi la situazione.
    Si tratta di logica e politica, non di burocrazia come molti vogliono lasciar intendere". E' solo una precisazione.

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