sabato 19 novembre 2016

Zia leti e la bellezza. - Di Don Marco al secolo Keaz.

Don Marco - Al secolo Keaz
Della serie l'insostenibile leggerezza della parole (parabole) di don Marco al secolo Keaz.

Zia Leti e la bellezza


La luce del sole filtrava tra gli alberi di quella porzione di bosco che stavano attraversando, mentre i ragazzi cominciavano a sentire la fatica del loro cammino e le voci della stanchezza cominciavano a farsi sentire.
– Zia Leti quanto manca? –
-Non sento più i piedi-
-Grazie a questo zaino rimarrò gobbo per tutta la vita-
- Certo oltre al sacco a pelo ti sei portato anche il letto-
E via di questo passo; le affermazioni adolescenziali erano, come sempre , visibilmente  esagerate, ma denotavano chiaramente la sottile ironia caratteristica di quell’età  e l’entusiasmo di poter passare due giorni insieme in una baita, naturalmente notte compresa.
Finalmente un pianoro enorme si aprì davanti ai loro occhi: quasi al centro una casa e accanto una costruzione più grande che certamente, vista la presenza degli animali, si presentava come una stalla.
Un uomo e una donna vennero loro incontro e dando loro il benvenuto li salutarono calorosamente: - ciao Leti come stai?-
-          Bene grazie – rispose Zia Leti – e voi?-  Poi senza aspettare la risposta si girò verso i ragazzi e disse:
-          - vi presento Ottavio e Serena che con i loro figli sono gli abitanti di questo luogo.-
I ragazzi risposero al saluto e a loro volta si presentarono, Vennero poi accompagnati nel camerone dove depositarono i loro zaini , per poi scendere subito per poter visitare il resto. Terminata la visita vennero assegnati i vari compiti di lavoro: chi in casa, chi nella stalla e chi all’aperto.  Arrivò in fretta l’ora di cena, preparata anche con il contributo di chi, tra i ragazzi,  aveva lavorato in cucina. Durante la cena ci fu un primo scambio di impressioni sulla giornata.  Subito partì Gianni con la prima domanda: - Zia Leti ma perché ci hai portato qui?- 
-Perché volevo parlarvi della bellezza. Ho pensato che per un argomento così grande ci volesse un contesto diverso da quello che siamo soliti sperimentare e che fosse necessario distaccarsi un po’ per vedere meglio.-
- Beh, ma per vedere qualcosa di bello a me basta guardare Giancarlo – disse Giusy senza alcuna remora. Giancarlo però diventò tutto rosso, anche per le risate di tutti.
Zia Leti continuò: - E’ vero. La bellezza la riconosciamo nelle persone e nelle cose che ci piacciono, in ciò che tocca le nostre emozioni e sensazioni, nello stesso tempo ci chiediamo continuamente se esista una bellezza oggettiva oppure se tutto debba essere ricondotto al famoso adagio: “Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”.
Intervenne allora Claudia: - Io faccio fatica a trovare qualcosa di bello in quello che ho fatto oggi. Mi sono spaccata la schiena a lavorare nella stalla, per non parlare dei profumi che il mio naso ha dovuto sopportare. Se penso che Ottavio fa questo tutti i giorni. –
La bellezza non sempre la trovi nella singola situazione o nella singola cosa che fai – rispose Serena – anzi spesso possono apparire sterili e faticose. La bellezza sta nello scenario in cui sono inserite, e non parlo solo di quello della natura, parlo soprattutto delle relazioni , degli affetti, della accoglienza reciproca. La bellezza la trovi nella ragione che sostiene la vita che hai scelto, in ciò che dà sapore ad ogni attimo che vivi. Questo lo puoi trovare qui e in ogni altro luogo. Non possiamo permetterci di vivere una vita affidata solo alle apparenze, i saldi e gli sconti non possono riguardare l’esistenza. La vita ha un valore inestimabile ed è bella solo se donata. –
-          Qualche anno fa – replicò Zia Leti – il Cardinal Martini scrisse una lettera pastorale proprio sulla bellezza dal titolo : “ Quale bellezza salverà il mondo?” , la domanda che nel libro “ L’Idiota “ di Dostoevskij, l’ateo Ippolit  poneva al principe Myskin. Il principe non dà una risposta verbale, ma offre la sua silenziosa vicinanza a un giovane che sta morendo, come a dire che la bellezza che salverà il mondo sta nell’amore che condivide il dolore. È la bellezza del Pastore Bello che offre la vita per le sue pecore, la bellezza di un amore che arriva a donare la vita, la bellezza di chi ama fino alla fine. –
La discussione aveva raggiunto dei livelli piuttosto alti, ma anche l’orario non era da meno e, nonostante le proteste, decisero di sparecchiare e di andare a dormire. I ragazzi, come sempre, continuarono a parlare ancora per un bel po’ di tempo, ma questa volta non furono discorsi superficiali anzi, la profondità e l’intensità delle loro parole commossero Zia Leti, che ascoltava in silenzio facendo finta di dormire.
La sveglia arrivò sonora quanto inaspettata e tutti si domandarono perché fosse così presto, ma quando uscirono fuori lo scoprirono da soli; l’alba con i suoi splendidi colori quasi li travolse con l’intensità di tutta la sua bellezza. Rimasero in silenzio davanti al sole che ancora una volta tornava ad illuminare la terra, lucida metafora di un Amore che con insistenza torna ad offrire bellezza ad un’umanità che ne ha sempre più bisogno.

d. Marco

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